Sulla rete, il brand non ha bisogno di parlare al consumatore ma gli deve offrire un servizio di qualità, chiaro e preciso
I giganti come google e facebook da soli coprono circa l’80% della pubblicità online, questi nuovi giganti offrono al loro interno, attraverso delle piatte forme dedicate, la possibilità di fare pubblicità in modo autonomo. Quest’ultimi mettono a diposizione un data base infinito che permette alle aziende di fare delle indagini e di attuare delle strategie di marketing e di pubblicità in base ai loro obbiettivi. Questo ruolo apparteneva alle agenzie di pubblicità che sono ridotte ormai ad un ruolo di intermediario.
Questi cambiamneti hanno permesso ai brand di creare al loro interno, dei dipartimenti esclusivamente dedicati all’analisi e allo sfrutamento di questi dati. Questo fa si ché i clienti di una volta delle agenzie di comunicazione e di pubblictà (i brand ) sono diventati i nuovi concorrenti. Ed è un poter che non vogliono più molare senza aver combattuto con grande forza. Le agenzie dovranno trovare veramente degli strumenti nuovi ed esclusivi se vorranno riapropriarsi di quello che era, una volta, una loro proprietà.
Lavorare sui contenuti per evitare gli “ad-block”
La pubblicità su internet non deve essere la stessa che su un media classico. Uno spot di 30secondi sulla tv non va rimesso nel web senza essere elaborato ed adattato alle caratteristiche del web. Ad esempio il rapporto col tempo è diverso. La gente ha meno pazienza sulla rete che in tv. Accettiamo più “volentieri” uno spot pubblicitario di 30secondi davanti al televisore, che davanti al monitore del pc.
Saper integrare perfettamente il data set nella creazione

integrare il data set nella creazione dei contenuti
Oggi ci sono tanti dati da gestire. La cosa difficile diventa trovare i dati giusti per i propri obbiettivi. La scelta dei dati deve essere coerente con gli obbiettivi finali delle strategie di marketing e di pubblicità. È ad esempio relativamente facile per Amazon consigliare un libro ai suoi lettori ma quando si tratta di convincere un utente per la scelta di un profumo, la cosa diventa più complica.
Mettere insieme le statistiche e la creatività è una sfida non facile. La buona pubblicità deve essere un in avanti col suo tempo, ma non troppo, per non urtare la sensibilità dei suoi clienti e degli utenti.
ogni grande campagna di pubblicità deve essere un dramma in partenza
Ogni grande campagna di pubblicità deve essere un dramma. Quando tutti applaudono per la riuscita di una campagna pubblicitaria è perché in partenza ci sono stati degli scontri e delle discusioni costruttive da cui è nato un’ordine.
La pubblicità non deve e non può piacere a tutti (ovviamente non deve offendere nessuno). Per aver personalità, una pubblicità deve essere l’espressione di una scelta chiara.
non saturare lo spazio della pubblicità
La pubblicità online deve essere più responsabile. Si vede che se gli utenti usano un po’ di più i programmi di blocco delle pubblicità online ci sarà una ragione. Ad esempio una pubblicità di un minuto in pre-roll è veramente necessaria? O l’insersion di una pubblicità ogni cinque righe in un testo online non sembra essere delle pratiche che più aiutano gli utenti a convivere in modo pacifico con le pubblicità online.