Il prossimo capo del governo italiano dovrà essere digitale

Il prossimo capo del governo italiano dovrà essere web oriented

 

politica del digital italiana

Per un’economia digitale

Il programma del prossimo capo del governo italiano dovrà aver un piano elaborato  per l’economia digitale  cioè aiutare  le PMI a passare all’era digitale. Ciò si dovrà avvenire in particolare modo  con un accesso privilegiato alla formazione professionale digitale se le trasformazioni di queste società richiedono una riqualificazione  dei loro dipendenti. Questa volontà di guidare le piccole e medie imprese al digitale è anche illustrata dalla creazione di un fondo europeo di finanziamento di 5 miliardi euro per “accompagnare la crescita delle startup digitali europee”.

Questo quadro europeo dovrà essere molto presente nella politica economica digitale del prossimo premier, bisognerà insistere sulla “pertinenza dello sviluppo del potenziale economico del digitale“. Così, oltre al fondo finanziario di Start-up, bisognerà creare un mercato digitale unico in Europa, “che consentirà alle imprese innovative di avere le stesse regole in tutta l’Unione europea”. Il regolamento di questa economia digitale sarebbe anche realizzato a livello europeo, utilizzando l’istituzione di una tassa europea sul fatturato delle imprese estere per “servizi elettronici” e un'”Agenzia europea Per la fiducia digitale “. Il ruolo di questa agenzia sarebbe garantire che i diritti degli utenti siano protetti e che la concorrenza rimanga equa.

 

L’innovazione nel campo digitale dovrà ampiamente essere rappresentata nel programma del Premier eletto. Pertanto, le imprese saranno in grado di “sperimentare” e “testare nuove soluzioni” derogando alle disposizioni vigenti in determinate condizioni: in un periodo limitato, in un quadro limitato, e “in ottemperanza ai requisiti di sicurezza, protezione dei “consumatore “. Aggiungendo altre Varie proposte mirando a incoraggiare l’innovazione come ad esempio:

 

  • La creazione di un fondo per l’industria e l’innovazione di più di 8 miliardi euro, con l’obiettivo di finanziare “l’industria del futuro”.
  • L’adozione di un nuovo quadro fiscale favorevole agli investimenti nell’innovazione, in particolare con una tassazione solo sui beni immobiliari.
  • Uno sviluppo nazionale dell’intelligenza artificiale, che porti i presupposti per la creazione  del lavoro e l’occupazione.
  • Sociale: per poter sviluppare il digitale, bisognerà innanzitutto dare accesso all’altissima velocità ovunque in italia, per eliminare le zone senza rete e sviluppare servizi di formazione locale agli strumenti del digitale.
  • Sanità: uno sviluppo importante della telemedicina , così come l’uso degli oggetti collegati nel follow-up a distanza dei pazienti. Per lottare contro la penuria dei medici e nello stesso tempo aumentare .
  • Amministrazione: l’obiettivo dovrà essere di arrivare al 100% delle procedure amministrative che possono essere svolte su Internet, ad eccezione della prima consegna dei documenti ufficiali di identità.
  • Stato come piattaforma: il futuro premier italiano dovrà creare il concetto di “stato piattaforma”, cioè uno stato che funge da quadro di sviluppo, all’interno del quale i cittadini stessi propongono soluzioni e agiscono. L’esempio di questo concetto è quello di uno smartphone, che funge da quadro per le applicazioni create da diversi attori del produttore di smartphone. La digitalizzazione dei servizi pubblici consentirebbe la trasformazione dello stato corrente in uno stato come piattaforma.

Il nuovo capo del governo italiano dovrà  sviluppare in modo ambizioso il settore digitale, estendere i campi d’azione legati a questo settore nell’economia, grazie ed in sintonia con l’Europa. Ma la sfida più importante sarà di attuare quel progetto nella vita quotidiana con una digitalizzazione dello stato e dei suoi servizi. Ora ci sarà da rifletere sull’attuazione di questo ambizioso progetto, quanto sia fattibile e, in caso affermativo, quali rischi e impatti potrà aver sulla vita quotidiana degli italiani.

 

La nostra è una riflessione sulla politica da attuare visto che in confronto ai principali paesi dell’union europea l’Italia rimane in dietro in materia dello sviluppo digital, riflettere tutti insieme per cercare di colmare il gap passa da una politica del digital offensiva e molto articolata.

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